Ogni cosa esiste grazie al vuoto che la circonda.
Ci vuole molto poco per riempire un grande cuore.
La mia voce mi dice: "Cosi è tutto". E l'eco della mia voce mi dice: "Cosi sei tu".
Si vive con la speranza di arrivare ad essere un ricordo.
L'uomo giudica tutto dal minuto presente, senza comprendere che giudica solo un minuto: il minuto presente.
L'esistenza è piuttosto una maledizione che un bene.
Lo scopo dell'esistenza è conciliare la luminosa opinione che abbiamo di noi stessi con le cose orribili che gli altri pensano di noi.
L'effimero è l'appassionata e fragile misura della nostra esistenza.
L'esistenza non è ciò che è avvenuto, l'esistenza è il campo delle possibilità umane, di tutto quello che l'uomo può divenire, di tutto quello di cui è capace.
Nessuno vive nel paradiso terrestre e l'esistenza è anche malizia contro la malizia che s'annida in essa.
Non rinviamo niente: chiudiamo ogni giorno il bilancio con la vita. Il difetto maggiore dell'esistenza è di essere sempre incompiuta e che sempre se ne rimanda una parte.
Forse è proprio vero che di fatto non esistiamo finché non c'è qualcuno che ci vede esistere, che non parliamo finché qualcuno non è in grado di comprendere ciò che diciamo, in sintesi, che non siamo del tutto vivi finché non siamo amati.
Oggi siamo tutti presi dalla preoccupazione di vivere e in questa corsa con il tempo spesso dimentichiamo il piacere di esistere.
Essendoci il nulla all'ingresso e all'uscita della nostra vita, insopprimibile sorge la domanda che chiede il senso del nostro esistere.
Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.