Se l'uomo fosse destinato a pensare, non avrebbe gli orecchi.— Arthur Schopenhauer
Se l'uomo fosse destinato a pensare, non avrebbe gli orecchi.
Nella vita accade come nel gioco degli scacchi: noi abbozziamo un piano, ma esso è condizionato da ciò che si compiacerà di fare nel gioco degli scacchi l'avversario, nella vita il destino.
Riguardo all'apprezzamento della grandezza di un uomo, vale per la grandezza spirituale la legge opposta a quella della grandezza fisica; quest'ultima viene rimpicciolita dalla lontananza, l'altra invece ne viene ingrandita.
I pensieri degli spiriti originali non tollerano la mediazione di una mente comune.
Quanto più uno possiede in se stesso, di tanto meno egli necessita del mondo esterno. Ecco perché la superiorità dello spirito rende poco socievoli.
L'infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.
Un uomo può sopportare molto finché può sopportare se stesso. Può vivere senza speranza, senza amici, senza libri, perfino senza musica, fino a quando può ascoltare i propri pensieri.
Noi siamo come i nostri pensieri ci hanno fatto; perciò state attenti a cosa pensate.
Nessuno può alienare a favore d'altri il proprio diritto naturale, inteso qui come facoltà di pensare liberamente.
Non bisogna pensare troppo, a questo mondo. Se no si diventa matti.
Mentre si pensa spesso si perde l'occasione.
Per alcuni pensieri è meglio non ammetterli, bensì allontanarli subito.
O si crede o si pensa, non c'è altra via. Quelli che credono fanno bene ad andare in chiesa, ma quelli che pensano non possono accontentarsi di prediche e di verità preconfezionate.
Essendo uomo, pensa da uomo.
Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante, e parlo come un bambino.
Per chiunque pensa e agisce è un brutto segno se non è vilipeso, ingiuriato, minacciato.