Chi vuole pensare deve rinunciare a "darsi da fare".— Elias Canetti
Chi vuole pensare deve rinunciare a "darsi da fare".
Il romanzo, creatura di tempi più calmi, può portare qualcosa dell'antica calma nella nostra attuale precipitazione. Per molte persone potrebbe servire come un rallentatore; potrebbe incitare a perseverare; potrebbe rimpiazzare le vuote meditazioni dei loro culti.
Chi obbedisce a se stesso soffoca non meno di chi obbedisce ad altri. Soltanto l'incoerente non soffoca, colui che si dà ordini ai quali si sottrae. Talvolta, in circostanze particolari, è giusto soffocare.
Non esiste una scrittura che sia sufficientemente segreta da permettere all'uomo di esprimersi in essa con verità.
La cosa più veloce fu però sempre una sola: il fulmine. Il timore superstizioso del fulmine, dal quale non c'è difesa, è ampiamente diffuso.
Per natura ogni fama è inganno. Talvolta si scopre però che dietro, nascosta, qualcosa c'è. Che sorpresa!
Chi pensa molto, chi pensa cioè oggettivamente, dimentica facilmente le proprie vicende, ma non dimentica i pensieri che da quelle sono suscitati.
Date al solitario pensatore la più cara delle sue gioie, quella di sapersi vivo nella vita di tutti.
Nulla è bene o male, se non si pensa di fare bene o male.
Un uomo che pensi correttamente, molto probabilmente pensa ai propri affari. Quando non è così, egli smette di pensare ai propri insignificanti affari per occuparsi di quelli degli altri.
Da quando ho cominciato a pensare, ho pensato che sarei stato un giornalista.
Il pensiero ingrandisce il nostro piccolo essere che è come un granello di sabbia di fronte all'eternità.
Pensatore a catena. A uno che ha molto pensato, ogni nuovo pensiero che sente o legge, appare subito in forma di catena.
Accogli sempre l'opinione altrui, ma pensa a modo tuo.
Nulla è vero o falso, ma è il pensarlo che lo rende tale.