I difetti non si avvertono soltanto in chi si fa notare poco.— Baltasar Gracián
I difetti non si avvertono soltanto in chi si fa notare poco.
Bisogna parlare come quando si fa testamento: meno parole, meno contestazioni.
Pochi sono gli amici di un uomo in sé, molti quelli della sua buona sorte.
Non si contenta l'ingegno, come il giudizio, della pura e semplice verità, ma aspira alla bellezza.
Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che seppellisce l'indegno sotto la polvere della sua nullità.
C'è chi stima i libri dal loro peso, quasi che si scrivesse per fare esercizio di braccia più che di ingegno.
I difetti degli altri assomigliano troppo ai nostri.
Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun'altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi.
È una male essere pieni di difetti, ma è anche peggio esserne pieni e non volerlo riconoscere, perché è un aggiungere agli altri anche quello di una volontaria illusione.
Quando si vedono nettamente i difetti degli altri, li si possiede.
Chi va contro natura facendo mostra di capacità fittizie e forzando le proprie reali inclinazioni riesce solo a raddoppiare il difetto.
I nostri difetti sono gli occhi attraverso i quali vediamo l'ideale.
Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti.
Chi conosce i difetti altrui è uomo di buon discernimento: di molto migliore chi conosce i propri.
Soltanto i grandi uomini possono avere grandi difetti.
Perché nessuno ammette i propri difetti? Perché vi è ancora immerso: i sogni li racconta chi è sveglio e così i propri vizi li ammette solo chi è guarito.