Quando in un teatro il loggione è vuoto è segno che la città non ha cervello.
Un artista vero oggi non può che rassegnarsi alla più disperata rassegnazione e presentare il conto alla posterità.
Si trovano sempre adolescenti sensibili all'aggettivo. Voi maestri del sostantivo, voi siete proprietari e noi nullatenenti.
Io ho settant'anni. E i miei settant'anni fanno una montagna su di me. Una montagna di vita libera, indipendente. Questa è la mia fierezza, anzi grandezza.
Ha il talento di avere della fortuna, ma non ha la fortuna di avere talento.
Gli artisti, le farfalle, gli ubriachi vanno avanti a zig zag. Soltanto i ciechi e le locomotive van sempre dritto, e se la terra non fosse rotonda ne cascherebbero fuori nell'etere.
La gavetta da attore l'ho fatto a teatro.
Mi manca il tempo passato a fare le prove a teatro.
Il teatro mi ha insegnato a non lasciare spazi vuoti nello spettacolo.
E' bello andare a teatro ed essere costretti a stare seduti e pensare alla vita. E' un'esperienza quasi religiosa.
Il teatro mi ha tenuto in vita e mi ha dato modo di applicarmi al mio talento.
E' solo sul palco che gli attori si sentono vivi.
Il ballo sul grande schermo non è equiparabile a quello su di un palco.
Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l'attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l'autore, il pubblico e il critico.
Alle prove teatrali l'unico autore che è meglio di quello assente è uno morto.
Mi piace il teatro, bella copia della vita.