Radicchio o bistecca, viviamo della morte degli altri.— Camillo Sbarbaro
Radicchio o bistecca, viviamo della morte degli altri.
Amico è con chi puoi stare in silenzio.
La forza dell'aforisma è nella sua perentorietà, come quella dello sgherro nel ceffo. Forza-sopruso.
Si avanza nel buio a tentoni sin dove, invano prevista, s'apre sotto i piedi la botola.
Nulla stringe il cuore come la contentezza dei miseri.
Solo ciò che non si paga costa.
Guarda là che bella famiglia, hai visto? Babbo, mamma e du' figlioli sai! Almeno du' volte l'ha trombata di sicuro! Ora mangiano, cacano, poi via in macchina a casa, i figlioli dormono e loro trombano come lucciole, poi s'alzano, mangiano, cacano, mangiano... questa l'è vita! Mica io!
Una vitamina è una sostanza che fa sentire malati se non la si mangia.
Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.
L'anima dell'uomo ha radici nello stomaco. Chiunque scrive molto meglio dopo una bistecca di manzo e una pinta di whiskey che non dopo una tavoletta di cioccolata da cinque cents. Il mito dell'artista morto di fame è una balla.
Se oggi l'uomo non mangia più l'uomo, è unicamente perché la cucina ha fatto dei progressi!
Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo.
A un pranzo di gala uno dovrebbe mangiare con saggezza ma non troppo bene, e parlare bene ma non troppo saggiamente.
Non fumate troppo, bevete troppo. Mangiate troppo o lavorate troppo. Siamo tutti sulla strada per il cimitero - ma non c'è bisogno di stare sulla corsia di sorpasso.
Mangiare carne senza allegria e musica, procura una cattiva digestione.
E' impossibile che un francese mangi da solo.