È la vita che ci governa: noi non possiamo che subirla.
Salire al soglio del giudizio di se stessi significa essere pervenuti a tal punto di resurrezione che si è sorpassato tutto il passato.
Il paradosso non è che la verità portata all'esagerazione.
Ognuno è fatalmente legato al passato dalla memoria delle cose, delle piccole cose che sono come molecole di noi stessi.
Chi è convinto di una teoria? Colui stesso che se ne fa banditore cerca di non approfondirla per non avere a perdere egli medesimo la fede.
La vita non è che una proiezione degli istinti bruti. L'anima mia posta sul limite dell'esistenza comprese che è più prossimo alla perfezione umana un malfattore che un ipocrita.
La vita giunge sempre a una brutta fine.
È un vero peccato che impariamo le lezioni della vita solo quando non ci servono più.
La vita è un sogno. Fanne una realtà.
Tutta la nostra vita non è che un avvicinarsi ai limiti estremi della vita stessa.
Per la prima volta nella sua vita pura di ragazzo gli si affacciò alla mente una vaga idea di ciò che è la vita, che ci spinge tutti a lottare, a volte con gran serenità e a volte con una grande tristezza.
Lui dorme, lì, inerme, fiducioso. Indifeso. Nelle mie mani. In balia del primo che passa, e della vita. E la vita è cattiva con chi non può difendersi. È feroce.
La vita è pienamente godibile solo se illuminata da un significato superiore.
La vita è una sostanza malleabile, soffice, cedevole, che può essere plasmata in qualunque forma.
Un giovane, va incontro alla vita: cioè, è la vita che da dietro lo spinge.
Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.