Oimè d'Amor, che m'è duce sì reo, oimè, che non potrebbe peggiorare; oimè, perché m'avvene, segnor Deo?
oimè, ch'i' amo quanto se pò amare, oimè, colei che strugge lo cor meo!

Cecco Angiolieri
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La nostra interpretazione

L'amore è un tormento che si ripete, un'agonia di desiderio in cui l'anima è condannata a soffrire. La frase si concentra sull'esperienza di un sentimento che non trova riscontro, un'attrazione che si trasforma in un'angoscia inarrestabile. L'idea di un amore non corrisposto emerge chiaramente attraverso l'uso ripetuto del termine 'oimè', che esprime un lamento profondo e una sofferenza intensa. La citazione non si limita a descrivere un sentimento, ma racconta la sua evoluzione in una condizione di tormento esistenziale. L'emozione è il cuore del messaggio, e si traduce in un'esperienza di vulnerabilità estrema. L'idea di un amore non corrisposto si collega alla sofferenza derivante da un sentimento non corrisposto, un'esperienza universale che affonda le sue radici nella condizione umana. La frase si colloca in un contesto di sofferenza e di un amore che non trova riscontro, una dinamica emotiva che si ripete nel tempo. L'amore non corrisposto è il tema centrale, e si espone attraverso una descrizione intensa e quasi poetica del tormento provato da chi si sente abbandonato o non amato.

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