Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.— Cesare Marchi
Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.
L'accidia è pigrizia, negligenza nel fare il bene, nel compiere i propri doveri verso se stessi e verso la collettività.
A chi l'usa senza conoscerne l'origine, una parola può scoppiare in mano, come una rivoltella maneggiata da un bambino.
Se possiedi le parole, possiedi le cose.
Le famiglie delle parole assomigliano a quelle degli uomini. Alcune hanno origini illustri, altre hanno perduto il capostipite nella nebbia dei tempi, e c'è sempre la pecora nera che si guasta con le cattive compagnie.
La pubblicità è vecchia come il mondo. Infatti, come tutti sanno, cominciò il serpente a decantare a Eva le virtù della sua frutta.
È disperante frequentare persone per cui si prova disprezzo: essere obbligati, per pura cortesia, ad ammirare cose la cui insignificanza fa compassione.
Si lascia andare la disperazione, e si crea lo spazio necessario alla capacità di accettare. Non dobbiamo mai arrenderci ma solo accogliere. Accettiamo e riconosciamo la nostra paura, ma agiamo sempre e comunque, altrimenti non impareremo mai a nuotare.
I ritorni sono un susseguirsi di speranze velate di disperazione.
Sono come il figlio d'una povera affamata, che piange perché vuol mangiare, spinto dall'intensità della fame, incurante delle condizioni disperate della sua povera e pietosa madre, sconfitta dalla vita.
Bellezza, l'ultima vittoria possibile dell'uomo che non ha più speranza.
Il suo sconforto aveva un'aria teatrale, come capita spesso quando lo sconforto è autentico.
La disperazione è una forma superiore di critica; per ora noi la chiameremo Felicità.
Se c'è un peccato contro la vita, non è tanto disperarne, quanto sperare in un'altra vita, e sottrarsi all'implacabile grandezza di questa.
La disperazione è la fine degli sciocchi.
Credo nel rumore di chi sa tacere, che quando smetti di sperare inizi un pò a morire.