Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire.
Per sopportare i ricordi d'infanzia di un altro, bisogna esserne innamorato.
Non si parla solamente per parlare, per dire "ho fatto questo" "ho fatto quello" "ho mangiato e bevuto", ma si parla per farsi un'idea, per capire come va questo mondo.
I lavativi hanno la pelle dura.
Tutti gli anni sono stupidi. È una volta passati, che diventano interessanti.
Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
La gelosia è l'inferno dell'amante tradito.
Era talmente geloso che sentiva i tormenti dell'uomo che stava ingannando, e allora prendeva la donna per il collo.
La gelosia nasce sempre con l'amore, ma non sempre muore con lui.
Non c'è nulla come la gelosia che assorba un essere umano nella sua interezza.
Spesso, la gelosia non è che un presentimento.
La morale sessuale è un palliativo della gelosia. Essa tende a evitare il confronto con la capacità virile di un altro. La gelosia è il timore di questo confronto.
La perfidia femminile ha questo di buono, che guarisce dalla gelosia.
È incredibile come la gelosia, che passa il suo tempo a fare piccole supposizioni nel falso, abbia poca immaginazione nello scoprire il vero.
La gelosia d'amore è un esasperato sentimento della proprietà.