Per sopportare i ricordi d'infanzia di un altro, bisogna esserne innamorato.— Cesare Pavese
Per sopportare i ricordi d'infanzia di un altro, bisogna esserne innamorato.
Non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino.
Il paziente nelle mani del dottore è come la società nelle mani del salvatore eroe o partito.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
La politica è l'arte del possibile. Tutta la vita è politica.
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.
Nella nostra infanzia c'è sempre un momento in cui una porta si apre e lascia entrare l'avvenire.
L'infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo.
C'è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: "È ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande". Avevo tre anni.
Si parla della propria infanzia quando non c'è più, quando non la si capisce più molto bene.
L'infanzia è il luogo più protetto.
Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia.
Tutti gli scrittori scrivono della loro infanzia! Se io scrivessi della mia non ti vorresti sedere nella stessa stanza con me.
La vita è l'infanzia della nostra immortalità.
Nessuna infanzia è priva di terrori.
In confronto alla morte, l'amore è una faticosa faccenda infantile, sebbene gli uomini credano più nell'amore che nella morte.