Si odiano gli altri perché si odia sé stessi.— Cesare Pavese
Si odiano gli altri perché si odia sé stessi.
Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.
Perché è sconsigliabile di perdere la testa? Perché allora si è sinceri.
Non si parla solamente per parlare, per dire "ho fatto questo" "ho fatto quello" "ho mangiato e bevuto", ma si parla per farsi un'idea, per capire come va questo mondo.
Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.
La vita è dolore e la gioia dell'amore è un anestetico.
L'odio può essere il massimo impedimento allo sviluppo della compassione e della felicità.
Abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l'un l'altro.
Odio i ragazzetti d'ingegno precoce.
L'odio è il piacere più duraturo; gli uomini amano in fretta, ma odiano con calma.
Mi odino pure, purché mi temano.
Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole.
In pista non esiste bianco o nero, ma solo veloce o lento. Non conta nient'altro. Né il colore, né il denaro e neanche l'odio.
Credo che in ogni vero amore ci sia una tale misura di aggressione latente nascosta nel legame, che quando questo legame si spezza avviene quell'orribile fenomeno che chiamiamo odio. Nessun amore senza aggressione, ma anche nessun odio senza amore!
Io so che l'odio come l'ira hanno la loro funzione nello sviluppo della società, perché l'odio dà la forza e l'ira sprona al mutamento.