Dio è l'unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.
Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno.
Si deve lavorare, se non per il gusto, almeno per disperazione, perché, ad attenta verifica, il lavoro è meno noioso del divertimento.
La lotta e la ribellione comportano sempre una certa dose di speranza, mentre la disperazione è muta.
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, inferno o cielo non importa. Giù nell'ignoto per trovarvi del nuovo.
L'argomento principale contro l'esistenza di Dio è che ci manca il sentimento assoluto della nostra immortalità.
Questo dio creatore viene chiamato senza ambagi "padre". La psicoanalisi ne desume che si tratta realmente del padre, un padre magnificato quale appariva una volta al bambino piccolo.
Non avrai altro Dio al di fuori di me. No. Lo giuro. Già uno basta e avanza.
La donna è stato il secondo errore di Dio.
Dio è una risposta grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori - in fondo è solo un grossolano divieto che ci vien fatto: non dovete pensare!
Considerando quante cose il buon Dio permette, non si riesce a fugare il sospetto che stia tuttora sperimentando.
Meno si crede in Dio, più si capisce che altri ci credano.
Spetta solamente a Dio incolpare la gente.
Perché Dio è l'essere perfettissimo? Perché se fosse imperfettissimo sarebbe mio cugino Gustavo.
Soltanto l'inutilità del primo diluvio trattiene Dio dal mandarne un secondo.
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