Alcuni sono ancora convinti che sapere equivalga a potere.
È patetico come non siamo capaci di convivere con ciò che non comprendiamo. Come abbiamo bisogno di etichettare e spiegare e dissezionare tutto quanto. Persino le cose inspiegabili per definizione.
Se un giorno gli uomini impareranno a partorire allora sì che si potrà cominciare a parlare di parità fra i sessi.
Certi nascono umani. Altri ci mettono una vita per diventarlo.
Un'altra cosa è che non importa quanto tu possa amare una persona: ti tirerai indietro quando il suo sangue ti scorre troppo vicino.
Musica come carta da parati, funzionale. Musica come fosse Prozac o Xanax per controllare le tue emozioni. Musica come un deodorante per ambienti.
Gettato nel mondo, ne ho guardato i colori e sono stato ottimista. Poi pian piano sono venuto a sapere.
Il sapere alimenta l'immaginazione, l'erudizione la sterilizza.
Si deve sapere cogli occhi, con la paura, con la pancia vuota, non con le orecchie, coi libri.
Invidieranno il tuo successo, la tua salute, la tua intelligenza, il tuo aspetto, la tua condizione sociale, ma raramente il tuo sapere.
Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.
Il vero sapiente è colui che sa di non sapere.
Meno sappiamo e più lunghe sono le nostre spiegazioni.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.
Quanto sa, gl'impedisce di sapere quanto dovrebbe.
Sapere dove andare e sapere come andarci sono due processi mentali diversi, che molto raramente si combinano nella stessa persona.