Bisogna pure dare un senso al caos crudele che piomba addosso.
Bisogna anzitutto imparare a rispettare anche ciò che non si riesce ad amare; capire che il valore e i diritti di una persona non dipendono dai sentimenti che proviamo per essa.
Il sentimentalismo è la negazione del sentimento.
La realtà c'è, è là, inconfutabile.
Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.
In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto.
Ben venga il caos, perché l'ordine non ha funzionato.
Durante il terremoto nessuno guarda una galleria artistica.
Caos è il nome che indica un peculiare pre-oggetto del mondo nella sua totalità e del signoreggiare cosmico.
Nel caos in cui sprofondiamo vi è più logica che nell'ordine, l'ordine di morte in cui ci siamo mantenuti per tanti secoli e che si disgrega sotto i nostri passi automatici.
In questo istante, sulla terra, si ripete il caos; ma tutto ci sembra normale.
Io accetto il caos, ma non son sicuro che lui accetti me.
Il carattere complessivo del mondo è il caos per tutta l'eternità, non nel senso di un difetto di necessità, ma di un difetto di ordine, di articolazione, forma, bellezza, sapienza e di tutto quanto sia espressione delle nostre estetiche nature umane.