Forse è questo il peccato originale, essere incapaci di amare e di essere felici, di vivere a fondo il tempo, l'istante, senza smania di bruciarlo, di farlo finire presto.
Guardato duramente in faccia il conflitto può essere superato.
Per governare bisogna saper conoscere gli uomini.
Nietzsche ha intuito il ruolo che la disciplina esercita nella formazione di un'autonomia di giudizio.
Schnitzler è il tipico scrittore che fonde compassione e nichilismo in una visione desolata, in una cartella clinica della condizione umana in cui anche la storia e la politica appaiono maschere illusorie degli istinti e del destino.
Forse l'idea che Dio abbia fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza non è una bestemmia né una fanfaronata, perché accorgersi, come Cottolengo, che non esiste mostruosità ma solo indicibile sofferenza in credito d'amore, è una grandezza degna di un Dio.
Per vivere, un uomo ha bisogno di cibo, di acqua e di una mente acuta.
Vivrò per sempre o morirò cercando di riuscirci.
Meglio morire combattendo per la libertà che vivere da schiavi.
Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto.
L'arte di vivere assomiglia più alla lotta che alla danza.
Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.
Si può, volendo, riportare l'intera arte del vivere a un buon uso del linguaggio.
Ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
Così noi viviamo, per sempre prendendo congedo.
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