Non perdere la testa e la memoria è obbligo di tutti.— Claudio Magris
Non perdere la testa e la memoria è obbligo di tutti.
Il comunismo ha lasciato pure una grande eredità, non quella delle risposte che ha dato, ma quella delle domande che ha posto.
Dio maledica le parole, che mettono in moto cose più grandi di loro, e cose brutte.
La realtà c'è, è là, inconfutabile.
Il primo dovere di ogni pensiero è quello di affrontare il groviglio di valori e disvalori di cui s'intesse, nella sua grandezza e nel suo cinismo, la storia. La semplificazione ottiene l'effetto opposto.
Ognuno è un ex di qualcosa, anche se non sa di esserlo.
Nulla apre gli occhi della memoria come una canzone.
La memoria è un valore fondamentale; non è nostalgia del passato, bensì difesa e salvataggio della vita, senso del presente di ogni esistenza e di ogni valore.
L'affidarsi alla memoria, è la volontà dell'uomo di non scomparire. E quando la conoscenza si arresta, subentrano i sensi, che alimentano la fantasia.
La memoria di ogni uomo è la sua letteratura privata.
Il vantaggio della cattiva memoria è che si gode parecchie volte delle stesse cose per la prima volta.
Creder d'ingegno chi sa molto a memoria gli è come riputare sapiente chi tiene in casa una grande biblioteca. Molti, anzi, a forza di studio, diventano ignorantissimi.
La memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza: ora rifiuta in modo del tutto inaspettato ciò che ha dato cento volte, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porta da sé.
La memoria non fa un film, la memoria fotografa.
La scuola quasi sempre non premia le persone intelligenti, piuttosto quelle con buona memoria. Avere buona memoria non significa essere intelligenti.
Una testa senza memoria è una piazzaforte senza guarnigione.