In una scheggia ci può essere il mondo, ma essa è qualcosa se non è solo una scheggia bensì il mondo.— Claudio Magris
In una scheggia ci può essere il mondo, ma essa è qualcosa se non è solo una scheggia bensì il mondo.
Il poeta non deve mai curarsi delle leggi e delle opinioni attuali, bensì risalire a quelle verità generali e trascendentali che rimarranno sempre le stesse.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
La tradizionale versione apocalittica di una fine del mondo, con i suoi immani cataclismi che investono tutti, è anche rassicurante, perché permette di sovrastare l'angoscia della propria morte con l'immagine di una morte universale, di roghi e diluvi che bruciano e sommergono ogni cosa.
La vita può essere compresa solo guardando indietro, anche se dev'essere vissuta guardando avanti.
Un'onesta e fedele divulgazione è la base di ogni seria cultura, perché nessuno può conoscere di prima mano tutto ciò che sarebbe, anzi è necessario conoscere.
Per cento anni e più il mondo, il nostro mondo, è stato in agonia. E non un uomo, in questi ultimi cento anni, è stato abbastanza pazzo per mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria.
Il mondo è una mazza, come quelle che si usano per suonare i 'gong'. La mazza è sempre la stessa, ma il suono che ne esce è diverso perché sono diversi i piatti che rimbombano. E noi siamo i piatti.
Il mondo è sempre lo stesso, giacché tutto in esso è sempre imprevisto!
Il mondo è eterno, ma le sue singole parti non sono sempre uguali.
Non c'è più nessuno che voglia cambiare il mondo. Vogliono soltanto possederlo.
Il mondo ti sta troppo a cuore; lo perde che si dà a conquistarlo con troppo impegno.
Una persona non può considerare il mondo una sorta di bordello metafisico per le emozioni.
Entro i confini del mondo non vi può essere esilio di sorta: nulla infatti che si trovi in questo mondo è estraneo all'uomo.
Il mondo in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire.
L'usanza comune a molti letterati di disprezzare il mondo moderno è una maniera dissimulata di presumersi degni di un altro migliore.