Occorre ridere soprattutto di noi stessi.— Claudio Magris
Occorre ridere soprattutto di noi stessi.
La verità è una, chiara e semplice, come sempre.
Chi prevarica appellandosi alla fatalità della vita o del proprio carattere, un'ora o un anno più tardi sarà colpito in nome delle stesse ineffabili ragioni.
Il ministro Brunetta ‐ dalla faccia feroce quando annuncia licenziamenti, ma dalla lacrima facile quando viene lodato.
Il mistero più grande, anche e soprattutto per la fede, è l'al di qua, la vita appassionata e fragile, e che il modo più profondo di pregare è partecipare con amore e umiltà alla sua breve parabola.
La scienza è o dovrebbe cercare di essere avalutativa, dare delle analisi più che dei giudizi di valore; il suo compito è quello di impostare correttamente l'equazione, che poi ognuno è chiamato a risolvere secondo i propri dei, i propri principi e i propri valori.
Non c'è niente di serio in questo basso mondo che il ridere.
Una risata slarga e riscalda il cuore, ha la fraternità della preghiera; chi sa ridere di ciò che rispetta e amare ciò di cui ride, incluso in primo luogo se stesso, è un giusto.
Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve.
Ridere è il linguaggio dell'anima.
Una risata non è affatto un cattivo inizio per un'amicizia ed è di gran lunga il miglior modo per finirla.
Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l'uomo simile alla scimmia.
A volte penso che nel momento in cui uno ride, quello sia veramente un momento in cui si aprono le porte della percezione e l'Eternità entra in noi.
Cani che abbaiano talora mordono. Uomini che ridono non sparano mai.
Per ogni risata, ci dovrebbe essere una lacrima.
Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.