Sapere sia di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è conoscenza.
Il Maestro disse: Non voglio aver nulla a che vedere con chi non si chiede: come fare? come fare?
Tre sono le amicizie positive, e tre quelle negative. E' vantaggioso avere un amico sincero, un amico onesto, o un amico con molte conoscenze. E' svantaggioso avere un amico falso, un amico adulatore, un amico chiacchierone.
L'uom superbo si pone sopra gli altri, e crede che gli si debba ogni cosa; gli altri, per lo contrario, lo mettono nell'ultimo grado, né gli concedono nulla.
Studiare senza riflettere è inutile; meditare senza studiare è pericoloso.
L'uomo che è detestato a quarant'anni, lo resterà tutta la vita.
Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo.
Nulla è più estraneo all'uomo affaccendato del vivere: di nulla è meno facile la conoscenza.
Conosci te stesso? Potrai rispondere di sì senza paura di sbagliare quando scoprirai in te stesso più difetti di quanti ne vedano gli altri.
Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.
Il dubbio è il lievito della conoscenza.
La conoscenza non è sufficiente, dobbiamo applicarla.
Il desiderio di conoscenza, come la sete di ricchezza, aumenta continuamente con l'acquisto.
Il nucleo della conoscenza è questo: se la possiedi, applicala; se non la possiedi, confessa la tua ignoranza.
Possiamo vedere e conoscere soltanto ciò che di noi è morto. Conoscersi è morire.
"Conosci te stesso" è un ottimo precetto, ma sta soltanto a Dio il metterlo in pratica: chi altri se non Lui può conoscere la propria essenza?