Conoscenza del vero, conoscenza del nero.— Mario Andrea Rigoni
Conoscenza del vero, conoscenza del nero.
I grandi pensatori sono tutti contemporanei tra loro e si richiamano, per amicizie o inimicizie ideali, al di là dei secoli e dei millenni.
Bellezza delle piante, i soli esseri viventi in questo universo che non producano rumore né rifiuti.
Senza l'enorme forza della stupidità, la storia non potrebbe avanzare, anzi nemmeno durare. Stupidità è l'essenza segreta del Tempo, il suo sortilegio, la sua ipnosi.
Si è detto talvolta che Platone annuncia il Cristianesimo. Ma non c'è niente in lui del guazzabuglio giudaico: il mondo doveva trovare salvezza nelle forme, non nella fede.
Non merita di essere conosciuto se non ciò che può non essere insegnato.
La conoscenza umana è incerta, inesatta e parziale.
La nostra conoscenza, se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile. Eppure è il bene più grande di cui disponiamo.
Se volete essere conosciuto, e non conoscere, vegetate in un villaggio; se volete conoscere, e non essere conosciuto, vivete in città.
Quanto più s'allarga la nostra conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe la cerchia degli uomini la cui compagnia ci è gradita.
Il dramma del cornuto, è il dramma dell'uomo: la conoscenza.
Perché due si conoscano a fondo è necessario siano sé stessi, ma di solito non si è sé stessi fino a quando non ci si conosce a fondo.
Fede e conoscenza rinchiuse nella medesima testa non vanno d'accordo; ci stanno come un lupo e una pecora chiusi nella medesima gabbia: e la conoscenza è il lupo che minaccia di divorare la vicina.
Non nella conoscenza è la felicità, ma nell'acquisizione della conoscenza.
La vera conoscenza deriva soltanto o da un sospetto o da una rivelazione.