Infantile, incostante, premurosa, irritabile, con una civetteria che conduce a lungo le assiduità e gli accostamenti amorosi, è la donna abituata a vivere coi vecchi.
Quando uno lascia un paese, tutte le cose acquistano prima della partenza un valore straordinario di ricordo, e ci fanno pregustare la lontananza e la nostalgia.
L'uomo è il prodotto dei suoi errori.
I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell'infanzia.
La lontananza è il fascino dell'amore. Amarsi vicini è difficile.
Quando a un cristiano capita qualche cosa di male, tutti intorno a volersene profittare come cani!
Mi fa imbestialire la ghettizzazione in genere. A cominciare da chi dice: come architetto ho preso una donna.
La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.
Le donne sono come le mosche: o si posano sul miele o sulla merda.
Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell'arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle.
Secondo la parola di Paolo è la donna la gloria dell'uomo.
A me mi rovinano le donne. Troppo poche.
La donna è come un condominio: ogni tanto bisogna rifarle la facciata... quella più esposta alle intemperie.
Una donna nutre sempre una specie di sentimento mistico nei confronti del denaro. Bene e male in un cervello femminile significano semplicemente denaro e mancanza di denaro.
La miglior arma con cui si deve combattere la donna è la condiscendenza, e quella più crudele è l'oblio.
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