E poi morire non è nulla. E' solo finire di nascere.
Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne.
Semplicemente per confortare chi prova spavento della morte, Gesù ha esternato la propria paura, perché ognuno sapesse che tale paura non lo induce in peccato, purché egli tenga duro.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
Non ho paura della morte, ma di morire.
La morte risolve tutti i problemi.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
O sei innamorato, o non lo sei. E' come la morte... o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto! Non c'è troppo amore, l'amore è lì, non si può andare oltre un certo limite e quando ci arrivi, a questo limite, è per l'eternità.
La morte significava ben poco per me. Era l'ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi.
Vista positivamente, la morte è una delle poche cose che si possono fare facilmente restando distesi.
È cosa egregia imparare a morire.