Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.
Lume v'è dato a bene e a malizia.
Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; gent'è avara, invidiosa e superba: dai lor costumi fa che tu ti forbi. La tua fortuna tanto onor ti serba, che l'una parte e l'altra avranno fame di te, ma lungi fia dal becco l'erba.
E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia ché sopra 'l sol non fu occhio ch'andasse.
Lo viso mostra lo color del cuore.
È gentilezza dovunqu'è vertute, ma non vertute ov'ella; sì com'è 'l cielo dovunqu'è la stella, ma ciò non e converso. E noi in donna e in età novella vedem questa salute, in quanto vergognose son tenute, ch'è da vertù diverso.
Poveretto è chi non vede le stelle senza una botta in testa.
Per la morte non c'è spazio, ma le vite volano e si aggiungono alle stelle nell'alto cielo.
Attacca il tuo carro ad una stella.
In cielo c'è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla.
Da seimila anni la guerra piace ai popoli litigiosi. E Dio perde il tempo a fare le stelle e i fiori.
Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle.
Le stelle stanno in cieloe i sogni non lo soso solo che son pochiquelli che si avverano.
Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle.
Amo la luce perché mi mostra la via. Ma amo anche il buio perché mi mostra le stelle.
Ero sotto un cielo risplendente di stelle con la luna in mezzo al firmamento in un mare senza sponde. Mai oh Signore mi hai turbato come in quella notte in cui sospeso fra il cielo ed il mare avevo l'immensità sopra e sotto di me.