Mi si erano spente le vene, gelata la pelle. Avevo avuto freddo, lui se ne era andato.

Elena Ferrante
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La nostra interpretazione

L’immagine evoca un corpo che smette di essere attraversato dalla vita, come se il sangue avesse perso il suo impulso e la pelle fosse diventata un involucro estraneo, distante da ogni calore. Il freddo non è solo una sensazione fisica, ma la forma concreta di un abbandono emotivo che ha spezzato qualcosa di profondo. L’uscita di scena dell’uomo porta con sé la sospensione di ogni movimento interiore: non c’è più slancio, non c’è più desiderio, resta solo una paralisi silenziosa. La perdita della persona amata si traduce in una sorta di morte interiore, un tempo congelato in cui il corpo registra ciò che la mente ancora fatica ad accettare. L’assenza diventa un clima, una stagione gelida che avvolge tutto. Il passato, carico di vita e di presenza, viene improvvisamente sostituito da un vuoto che toglie colore e calore, lasciando la protagonista in un isolamento radicale, come se anche la capacità di sentire si fosse spenta insieme alla relazione.

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