L'amore per uno solo è una barbarie, perché si esercita a spese di tutti gli altri. Anche l'amore per Dio.
— Friedrich Nietzsche
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La nostra interpretazione
L’idea centrale è che un amore totalmente concentrato su una sola persona o entità comporta inevitabilmente un’esclusione del resto del mondo umano. Quando l’affetto diventa assoluto e si dirige verso un unico oggetto, si trasforma in qualcosa di istintivo e quasi tribale: difende il proprio centro emotivo e, nel farlo, svaluta o ignora tutti gli altri. Viene messa in discussione la pretesa nobiltà dell’amore esclusivo, che spesso è celebrato come ideale romantico o religioso. Un legame che assorbe ogni energia, ogni fedeltà e ogni prospettiva finisce per mettere in ombra la pluralità delle relazioni e delle responsabilità verso gli altri esseri umani.
La provocazione si estende anche all’ambito spirituale: quando l’affetto per il divino è vissuto come assoluto, rischia di giustificare l’indifferenza o persino l’ostilità verso chi non rientra in quel perimetro sacralizzato. Viene così smascherato il lato potenzialmente violento dell’amore esclusivo, che si presenta come sublime ma può avere effetti distruttivi sul piano etico e sociale. Al centro vi è un invito implicito a interrogare la natura del proprio attaccamento: se ciò che chiamiamo amore diventa chiusura, perdita di misura e incapacità di riconoscere valore negli altri, allora non è più un sentimento elevato, ma una forma di barbarie mascherata da virtù.
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