In quelle ore lunghe fui la sentinella del dolore, vegliai insieme a una nuova folla di parole morte... Devo imparare di nuovo il passo tranquillo di chi crede dove sta andando e perché... ora mi sentivo in petto un dolore lungo che mi privava di ogni sentimento.

Elena Ferrante
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La nostra interpretazione

Il cuore parla come una sentinella stanca che ha vegliato troppo a lungo accanto a qualcosa che non vive più: sentimenti esauriti, parole che un tempo erano piene, ora ridotte a suoni vuoti. È il tempo della sospensione dopo una perdita, quando ciò che prima dava senso alla direzione del cammino è crollato e ci si scopre improvvisamente smarriti. Non si tratta solo di tristezza, ma di un dolore che si distende nel tempo, che occupa il petto e toglie colore a tutto il resto, come se ogni emozione fosse anestetizzata. In questo stato, anche l’idea di avere un percorso chiaro, una fiducia nel proprio andare, diventa un compito faticoso da reimparare, quasi un’educazione sentimentale da ricominciare da zero. Il passato pesa come una folla silenziosa di pensieri e ricordi che non sanno più parlare, ma continuano a stare lì, presenti. Il desiderio confuso è quello di ritrovare un passo calmo, un orientamento intimo che permetta di andare avanti senza essere più prigionieri di quel dolore che sembra non finire, e che però, paradossalmente, è l’unica cosa che si sente davvero.

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