In queste parole emerge la nostalgia non solo per una persona, ma soprattutto per una versione di sé stessi che esisteva soltanto in quella relazione. Il vuoto che si avverte dopo la fine di un legame non riguarda solo l’assenza dell’altro, ma la perdita di un modo unico di sentirsi vivi, desiderati, riconosciuti. A volte accanto a qualcuno si scopre una parte di sé che altrove non riesce a venire alla luce: un certo coraggio, una leggerezza, una vulnerabilità possibile solo in quel contesto. Quando la storia finisce, non svanisce soltanto il rapporto, ma anche quello specifico sé che viveva in quello spazio condiviso. Il rimpianto allora si complica: non è più soltanto il desiderio di tornare con l’altro, ma il desiderio di tornare ad essere quella persona che si sentiva lì, in quel tempo. E diventa dolorosa la consapevolezza che quella versione di sé non sia più raggiungibile nello stesso modo, come se fosse stata intrecciata in modo indissolubile alla presenza dell’altro.