L'amore - un incontro di due salive... Tutti i sentimenti attingono il loro assoluto dalla miseria delle ghiandole.

Emil Cioran
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La nostra interpretazione

L’immagine dell’amore ridotto a un semplice contatto fisico tra corpi mette in discussione ogni idealizzazione romantica. Ciò che viene spesso vissuto come un’esperienza sublime, spirituale, trascendente, viene riportato a una dimensione materiale, quasi brutale, fatta di secrezioni, organi e funzioni biologiche. I sentimenti, che molti considerano puri e assoluti, emergono qui come prodotti della fragilità del corpo, come effetti collaterali di un organismo che soffre, desidera, si consuma. Il cuore, la passione, l’innamoramento perdono l’aura di sacralità e diventano manifestazioni di una struttura fisica limitata e destinata al deterioramento. In questa prospettiva, l’assoluto emotivo non è un dono dall’alto, ma una costruzione nata dalla miseria, dal limite, dalla dipendenza del corpo. Più il corpo è esposto al dolore, alla mancanza, al vuoto, più tende a generare illusioni di grandezza affettiva. L’intensità dei sentimenti appare allora come un tentativo di riscatto dalla propria condizione materiale, un modo di nobilitare chimica, saliva, ghiandole e nervi, trasformandoli in parole come amore, passione, dedizione. L’effetto finale è un lucido disincanto: ciò che viene adorato come infinito è radicato in qualcosa di fisicamente povero e precario, e proprio da questa povertà trae la sua forza e il suo carattere totalizzante.

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