La speranza è una pennuta creatura che si posa nell'anima.
È facile andare avanti quando l'anima gioca, ma quando l'anima è in pena il sentirla riporre i suoi giocattoli rende ardua la vita allora.
Meglio accendere una candela che brancolare nell'oscurità.
Il soffrire è umano non è elegante.
La fede è il ponte senza pilastri che porta ciò che vediamo verso la scena invisibile, troppo tenue per l'occhio.
Sono tutto e il contrario di tutto.
Se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per noi.
Solo per chi non ha più speranza ci è data la speranza.
La speranza è la disposizione infernale per eccellenza, contrariamente a ciò che si è potuto credere fino ad oggi.
Anche quando il cielo si è stancato di essere azzurro, non chiudere mai l'oblò della speranza.
La speranza è il pane dei poveri.
Spesso noi cerchiamo di rischiarare le tinte fosche del presente, speculando su possibilità favorevoli, e inventiamo speranze chimeriche di ogni genere, ciascuna delle quali è gravida di una delusione, che non tarda a presentarsi quando tale speranza naufragherà contro la dura realtà.
Le cose che per accidente sono causa di speranza o di paura si chiamano buoni o cattivi presagi.
La speranza è soltanto una parola.
Se non credi di potere sperare in te stesso, datti pure per disperato.
L'animo umano è sempre ingannato nelle sue speranze, e sempre ingannabile: sempre deluso dalla speranza medesima, e sempre capace di esserlo: aperto non solo, ma posseduto dalla speranza nell'atto stesso dell'ultima disperazione.