Fra trent'anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione.— Ennio Flaiano
Fra trent'anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione.
Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede.
Anime semplici abitano talvolta corpi complessi.
Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.
Lo stupido più innocuo trova sempre un'eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi.
Gli "altri" sono, bene o male, la prova che noi stiamo vivendo.
Quando un popolo individualista come il nostro perde la fiducia in sé stesso e nelle istituzioni che lo reggono, l'immoralità diventa una forma di viver civile e la mediocrità invade la cosa pubblica.
L'Italia legale, dall'industria all'università, dalla cultura alla politica, era un immenso bacino geografico di ladrocinii. Si falsificava la vita in tutta omertà per meglio depredarla, asservirla, depistarla.
Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.
Gli italiani guadagnano netto, ma vivono lordo.
Raccontare ai giornalisti stranieri la politica culturale italiana non è cosa semplice. Bisogna prima di tutto cercare di non ridere.
Governare l'Italia non è impossibile, è inutile.
Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.
L'Italia è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di se stesso.
Gli italiani hanno solo due cose per la testa: l'altra sono gli spaghetti.
Gli italiani odiano lo Stato.