Governare l'Italia non è impossibile, è inutile.
Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.
La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista; non è un'uguaglianza; è un privilegio.
Io rispetto i calli alle mani. Sono un titolo di nobiltà.
Il valore di un popolo non viene determinato solo dalle vittorie in guerra, ma esse sono il fondamento del suo valore.
Un'idea è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita.
Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico.
L'italiano: totalitario in cucina, democratico in Parlamento, cattolico a letto, comunista in fabbrica.
L'Italia conta oltre cinquanta milioni di attori. I peggiori stanno sul palcoscenico.
Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei paesi di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa.
Il tempo è la cosa che più abbonda in Italia, visto lo spreco che se ne fa.
O d'ogni vizio fetida sentina, dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa ch'ora di questa gente, ora di quella che già serva ti fu, sei fatta ancella?
Gli italiani si governano da soli.
Ho capito vivendo a Londra, che due inglesi fanno un popolo, ma 57 milioni di italiani no.
La nostra unità richiede pluralismo, sussidiarietà. Questo vale per l'Italia e anche per l'Europa.
Io non getterò mai a mia madre ignuda l'insulto di Cam, e non perderò mai l'orgoglio d'essere e di dirmi Italiano, perocché so che l'Italia è migliore delle apparenze che la condannano e della fama che la vitupera.