Sposi della vita, amanti della morte.— Benito Mussolini
Sposi della vita, amanti della morte.
I leoni di Traù sono stati distrutti; ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, divenuti simbolo vivo e testimonianza certa. Solo uomini arretrati ed incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la storia.
Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo.
Vivere è la lotta, il rischio, la tenacia.
Il Fascismo non conosce idoli, non adora feticci: è già passato e, se sarà necessario, tornerà ancora tranquillamente a passare sul corpo più o meno decomposto della Dea Libertà.
Nessuno pensi di piegarci senza avere prima duramente combattuto. Un popolo geloso del suo onore non può usare linguaggio, né avere atteggiamento diverso!
Prima di morire voglio sentire l'urlo di una farfalla.
Sono sempre ossessionato dal pensiero della morte: v'è una vita nell'aldilà? E se c'è, mi potranno cambiare un biglietto da cinquanta?
Non c'è nulla di certo nella vita di un uomo, tranne questo: che egli deve perderla.
E così morire è bere dal fiume del silenzio, è scalare la cima del monte, significa stare nudi nel vento e sciogliersi al sole.
Conoscevo un uomo che diceva "La morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando".
Secondo l'ordine naturale delle cose nessuno muore ad un tratto, ma la natura ci distacca essa medesima dalla vita come un frutto maturo; ed è sì valente in questa bisogna che spesso ce ne infastidisce per modo da farci anelare alla morte come ad una dolcezza.
C'è chi muore oscuro perché non ha avuto un diverso teatro.
Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.