L'aforisma di Enrico Maria Secci suggerisce una profonda verità sull'essenza dell'esistenza umana. Ci invita a riconoscere l'intrinseca capacità innata in ciascuno di noi per raggiungere la felicità, ma ci mette anche in guardia contro il rischio che questa potenziale fonte di gioia possa essere soffocata da scelte personali o circostanze esterne. La frase esorta l'individuo a fare un percorso interiore consapevole e attento, dove ogni decisione è una via verso la propria realizzazione personale oppure uno sbarramento che impedisce il fluire della felicità naturale dentro di sé. Questo pensiero non solo ci spinge ad esplorare le profondità del nostro io interiore ma anche a prendere consapevolezza delle dinamiche psicologiche e sociali che influenzano la nostra percezione quotidiana dell'essenza stessa della vita.