La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.— Epicuro
La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.
Le leggi sono poste per i saggi non perché non commettano ingiustizia, ma perché non la subiscano.
Nasciamo una sola volta, due non è concesso; tu, che non sei padrone del tuo domani, rinvii l'occasione di oggi; così la vita se ne va nell'attesa, e ciascuno di noi giunge alla morte senza pace.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti...
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
Il supremo frutto dell'autosufficienza è la libertà.
Se certe nostre lodi fossero davvero meritate, preferiremmo non farle.
Lode. Omaggio da noi reso a opere che somigliano alle nostre, ma naturalmente non le eguagliano.
Un uomo che viene lodato è un uomo che viene messo in catene.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Per taluni rallegrarsi di una lode è soltanto una gentilezza del cuore e precisamente l'opposto di una vanità dello spirito.
Non si ha bisogno di essere lodati quando si è sicuri di sé stessi. Chi ricerca la lode dubita del proprio valore.
Le lodi che più piacciono agli uomini sono quelle immeritate perché gli fanno credere di possedere le virtù che non hanno.
Il rifiuto delle lodi è un desiderio di essere lodato due volte.
Una lode estesa anche ad altri vale meno che nulla.
Può darsi che qualche volta le lodi rovinino un uomo e lo rendano insopportabile. Ma è certo che la loro mancanza uccide sul nascere atti generosi.