La frase di Epicuro esprime un'idea profonda sull'essenza della vera amicizia. L'autore critica due atteggiamenti estremi: da un lato chi cerca sempre l'assistenza degli amici, muovendosi come un mercante che commercia il bene per ottenere un contraccambio, e dall'altro chi non si approfitta mai del bene degli amici, spezzando così la speranza di un futuro reciproco. Questo equilibrio tra reciproca utilità e fiducia è alla base di una relazione autentica. L'amicizia vera non è basata su calcoli o sfruttamento, ma su un'intesa profonda e un impegno reciproco. La frase sottolinea che la vera amicizia richiede una collaborazione sincera, dove ogni parte si sente valorizzata e rispettata, senza cercare vantaggi personali. È un invito a costruire relazioni basate su un'equità morale e una reciprocità autentica, piuttosto che su interessi o convenienze. Questo concetto riflette l'idea epicurea di vivere in armonia con se stessi e con gli altri, cercando il piacere e la pace attraverso relazioni genuine.