Non è veramente colto chi non sa leggere il proprio cuore.— Eric Hoffer
Non è veramente colto chi non sa leggere il proprio cuore.
È più facile amare l'umanità che il proprio vicino.
Una preoccupazione per il futuro non solo ci previene dal vedere il presente così com'è ma spesso ci spinge a riadattare il passato.
La debolezza di un anima è proporzionale al numero di verità che essa deve mantenere.
Ci viene detto che il talento crea le proprie opportunità. Ma talvolta sembra che il desiderio intenso crei non solo le opportunità, ma anche il talento.
Possiamo essere assolutamente certi soltanto delle cose che non conosciamo.
Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L'uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.
Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.
Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione. Oltrepassato quel punto, la cultura è una malattia e un peso per chi sta intorno alla persona colta.
La cultura attuale dell'apparire, per come ci viene trasmessa, in particolare, attraverso la televisione, funziona da cassa di risonanza del narcisismo.
L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Per lui la speranza è un fatto reale.
La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.
Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.