Ma c'è amore un po' per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada.
— Fabrizio De André
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La nostra interpretazione
Le parole mettono al centro l’idea che l’amore, in qualche forma, attraversa la vita di ogni persona, senza eccezioni. Non esiste qualcuno completamente estraneo all’esperienza del sentimento, ma questa presenza universale non coincide con un cammino lineare, sereno o ideale. Piuttosto emerge la consapevolezza che, per molti, il rapporto affettivo prende una direzione storta, si carica di errori, incomprensioni, paure e cadute morali. L’immagine suggerita è quella di un sentimento nato forse con intenzioni sincere, ma poi contaminato da egoismi, disillusioni o debolezze, fino a diventare qualcosa di distorto rispetto al suo potenziale originario.
L’universalità dell’amore si intreccia con l’universalità del fallimento e della deviazione. Nessuno è davvero al sicuro dal rischio di trasformare l’affetto in possesso, in illusione o in compromesso doloroso. In filigrana si percepisce una visione profondamente umana: l’amore non è un privilegio dei puri o dei fortunati, è un’esperienza che passa anche attraverso gli errori, la colpa e la fragilità. Proprio in questa fragilità comune appare un barlume di solidarietà: se ognuno porta dentro di sé un sentimento che ha imboccato una strada sbagliata, allora la caduta non è un’eccezione da giudicare, ma una condizione condivisa che invita a comprensione e compassione. L’amore, così, non è solo promessa di felicità, ma anche specchio delle imperfezioni umane.
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