Perché non c'è mai stato uno scrittore come ministro della cultura?— Fabrizio De André
Perché non c'è mai stato uno scrittore come ministro della cultura?
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno non si guardò neppure intorno ma versò il vino, spezzò il pane per chi diceva ho sete e ho fame.
La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco.
Ma tu che stai, perché rimani? Un altro inverno tornerà domani cadrà altra neve a consolare i campi cadrà altra neve sui camposanti.
Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame.
E Gesù fu marinaio finché camminò sull'acqua.
Uno scrittore impegnato non è come uno scrittore solenne.
Gli scrittori non dovrebbero sforzarsi di imitare il modo di guardare le cose di qualcun altro. Non funzionerebbe.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Il migliore scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell'avena.
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.
Per uno scrittore lo scrivere è un verificare e rendere concreta la vita drammatica che trascorre.
Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente. Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe. Le sentenze devono essere vette: e coloro ai quali si parla devono essere grandi e di alta statura.
Lo scrittore deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni.
L'autore migliore sarà quello che si vergognerà di diventare scrittore.