Perché non c'è mai stato uno scrittore come ministro della cultura?
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno non si guardò neppure intorno ma versò il vino, spezzò il pane per chi diceva ho sete e ho fame.
Coltiviamo per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso.
Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota allora avrò il mio premio come una buona nota. Mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello.
La fedeltà in fondo che cos'è? Non è altro che un grosso prurito con il divieto assoluto di grattarsi.
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.
Lo scrittore deve adescare, non deve raccontare niente, non ha nessun compito di trasmettere verità.
Uno scrittore ha sempre una vita di scorta quando ha deciso di barare con la sua.
Non solamente sono pochi i moderni scrittori italiani che sappiano fare un buon libro, ma sono anche pochi quelli che dopo d'aver sfatto un libro o buono o cattivo, sappiano fargli un buon titolo.
Quando arriva il successo per uno scrittore inglese, questi si procura una nuova macchina da scrivere. Quando il successo arriva per uno scrittore americano, si procura una nuova moglie.
Abba Eban, ministro degli Esteri d'Israele, è convinto che per uno scrittore la maggior fonte d'ispirazione è di sapere che, se non scrive, deve restituire l'anticipo che ha ricevuto per i diritti d'autore.
Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo.
Sono buoni scrittori coloro che mantengono il linguaggio efficiente. Vale a dire, che lo mantengono esatto, chiaro.
Le opere che uno scrittore fa con piacere sono spesso le migliori, come i figli dell'amore sono i più belli.
Il migliore scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato.
L'autore ragionevole non scrive per nessun'altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere anche allora provar diletto di sé.