E poi a un tratto l'amore scoppiò dappertutto.

Fabrizio De André
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La nostra interpretazione

L’immagine evocata è quella di un momento improvviso in cui il sentimento emerge in modo inatteso e travolgente, come se qualcosa che era rimasto nascosto o latente trovasse finalmente la forza di manifestarsi. Non c’è gradualità né calcolo: ciò che nasce è spontaneo, contagioso, quasi incontrollabile. L’amore smette di essere un fatto privato e limitato a due persone, per diventare una presenza diffusa, capace di toccare luoghi, relazioni e sguardi diversi. C’è un senso di meraviglia, ma anche di rottura: l’irruzione di un sentimento autentico modifica il paesaggio interiore ed esteriore, spezza abitudini e indifferenza, riempie i vuoti. L’idea di “dappertutto” suggerisce una dimensione collettiva: l’amore come forza che non appartiene solo all’intimità, ma che investe la comunità, i rapporti umani, perfino il modo di percepire il mondo. In questo scoppio improvviso c’è qualcosa di innocente, liberatorio e incontrollabile, che restituisce alla vita un’intensità che prima sembrava smarrita, come se la realtà stessa venisse illuminata da una presenza più grande, semplice e necessaria.

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