Non v'ha cosa che tanto noccia alla pubblica libertà quanto l'intiepidir la virtù nel cuore dei cittadini.
L'uomo è un prigioniero che non può aprire la porta della sua prigione e scappare. . . deve aspettare, e non è libero di gestire la sua vita finché Dio non lo chiama.
Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte.
Il più gran frutto del bastare a sé stessi è la libertà.
Un uomo che non dispone di nessun tempo libero è meno di una bestia da soma.
La libertà, dacché mondo è mondo, non è servita che a creare delle donne libere.
Dare la libertà al mondo è una strana impresa piena di rischi. Dando la libertà in questo modo, la si toglie.
Chi sa combattere è degno di libertà.
Io non sono un liberatore: i liberatori non esistono. Sono i popoli che si liberano da sé.
La libertà è il supremo bene del credo anarchico, e alla libertà si tende per la via diretta dell'abolizione di ogni controllo forzoso sull'individuo da parte della comunità.
Non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare a tentoni la propria strada e seguirla coraggiosamente consiste la vera libertà.
Uomini mediocramente morali hanno scritto eccellenti massime; invece uomini virtuosissimi nulla fecero per far durare la tradizione della virtù.
Le virtù ci rendono migliori; i vizi, soddisfatti.
Se tanto sono gli uomini e allettati dalla bellezza, e disgustati dalla deformità, onde avvien poi, che una gran parte di loro volga le spalle alla virtù, ch'è sì bella; e la faccia al vizio, ch'è sì deforme?
Ciascuno si sospetta dotato di almeno una delle virtù cardinali.
La principale difficoltà con le donne oneste non è sedurle, è portarle in un luogo chiuso. La loro virtù è fatta di porte semiaperte.
La virtù non conduce ad altro che all'inazione più stupida e più monotona, il vizio a tutto ciò che l'uomo può sperare di più delizioso sulla terra.
Bisogna intendere che le virtù umane sono come i gusti: questi in tanto son gusti, in quanto son rimedii o cessazioni di mali; quelle in tanto paion virtù, in quanto son rimedii o cessazioni di vizii.
Le tre virtù cardinali del perfetto uomo di mondo, e cioè la bruttezza decorativa, la stupidità dolce, l'ignoranza sicura.
Una virtù è sempre un vizio trasformato.
Ci sono difetti che, sfruttati bene, brillano più della stessa virtù.
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