Mi piace il teatro, bella copia della vita.— Franca Valeri
Mi piace il teatro, bella copia della vita.
Per me la tristezza non esiste. È solo una pausa per riprender fiato tra una battuta e l'altra. Serve a riordinare le idee, come un sorso di whisky per l'alcolista o la rosa dal gambo lungo per una signora ancien régime.
Lo snobismo è imperituro. Purtroppo di veri snob ce ne sono sempre meno. Vivono nascosti e vanno ricercati tra gli intellettuali più puri. Una volta erano le persone moderne, ma oggi la mondanità è un ricettacolo di volgarità, una pagliacciata.
Al posto della speranza c'era il buio, l'indifferenza invece dell'odio.
Ho sempre sfruttato il mio senso dell'umorismo, la mia ironia, la mia passione per osservare e scrivere del mondo che mi circonda.
Al college ho lasciato medicina per fare teatro, poi mi sono trasferito a San Francisco e ci ho vissuto per cinque anni.
La carriera della maggior parte di quelli che fanno teatro è fatta di delusioni.
Il teatro è una forma di felicità interrotta dall'esistenza.
Un buon maestro di ballo è contemporaneamente autore e macchinista di teatro.
Penso che il cinema sia molto più bello del teatro. Sono rimasto incastrato nel mio destino.
Il cinema è solo una moda passeggera. È il dramma in lattina. Il pubblico vuole vedere attori in carne ed ossa sul palcoscenico.
Chi ha in sé abbastanza tragedia e commedia, se ne sta preferibilmente lontano dal teatro.
La cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti.
Sul palco non si è per nulla limitati perché si è liberi nel linguaggio: il linguaggio è la fonte della fantasia. Si può viaggiare più lontano con il linguaggio a teatro più che in qualsiasi film.
Le ristrettezze economiche teatrali moderne impongono di scrivere commedie con sempre meno personaggi.