Generalmente nell'umana natura c'è più stupidità che saggezza.
Amicizia. Raddoppia le gioie e divide le angosce a metà.
La vendetta trionfa sulla morte, l'amore l'ignora, l'onore aspira ad essa, il dolore le si protende, la paura l'anticipa.
La peggior solitudine è essere privi di un'amicizia sincera.
Perché la luce sia splendente, ci deve essere l'oscurità.
È pigrizia passare troppo tempo negli studi.
Suol dirsi che quando parla il pazzo è segno che ha udito parlare il savio. In certe materie di delicatezza, quando parlano i severi è segno che hanno udito parlare i lubrici, e che, mentre si trovano tutti d'accordo, la cosa è già passata in giudicato.
Non credete alle persone, fidatevi degli insegnamenti; non credete alle parole, fidatevi del senso ultimo, non credete all'intelletto, fidatevi della saggezza.
Anche in uno stato oppresso c'è la possibilità per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.
La saggezza consiste nell'anticipazione delle conseguenze.
Più si vede della pazzia attorno a sé più si prova nostalgia della saggezza.
Dovremmo essere saggi la metà di quanto è saggio il gatto. E anche belli la metà.
La scienza in quanto tale non è in alcun modo garanzia di saggezza e di umanità.
Le esperienze sono risparmi che il taccagno mette da parte. La saggezza è un'eredità che uno spendaccione non riesce a dissipare.
L'uomo saggio pensa una volta prima di parlare per la seconda.
E' necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.