Colui che rompe un oggetto per scoprire cos'è, ha abbandonato il sentiero della saggezza.— J.R.R. Tolkien
Colui che rompe un oggetto per scoprire cos'è, ha abbandonato il sentiero della saggezza.
Un urlo si levò nell'aria vibrante, spegnendosi con una nota acuta, un lacerante lamento che scomparve con il vento, una voce senza corpo che si estinse e fu inghiottita e non si udì mai più in quell'era del mondo.
Non c'erano risa, né cori o suono d'arpe, e la fierezza e la speranza suscitate nel loro cuore dal canto delle antiche canzoni sul lago si erano spente in una stanca malinconia. Sapevano che stavano per arrivare alla fine del viaggio, e che poteva essere una fine davvero orribile.
Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai,/ E cantando al sole la spada sguainai,/ Svanita ogni speme, lacero è il cuore:/ Ci attende la collera, la rovina e il notturno bagliore!
La disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile.
Poiché siamo costretti tra le sbarre di una prigione, la nostra non è la disdicevole fuga del disertore di fronte al nemico, ma la legittima evasione del prigioniero.
Egli osa essere un folle, e quello è il primo passo nella direzione della saggezza.
Le esperienze sono risparmi che il taccagno mette da parte. La saggezza è un'eredità che uno spendaccione non riesce a dissipare.
Le persone sagge imparano degli errori degli altri, gli sciocchi dai propri.
La saggezza non può prevenire una caduta, ma può provvederla di un cuscino.
Quando i saggi vanno oltre l'udito dell'udito, il pensiero del pensiero, la parola della parola (e vi è anche il respiro del respiro, lo sguardo dello sguardo), trasuperano il mondo fenomenico e diventano immortali.
L'incredulità è la saggezza degli stupidi.
La pratica della compassione e della saggezza, di per sé indispensabili a ognuno di noi, sono assolutamente fondamentali per coloro che hanno la responsabilità di governare gli affari interni, poiché il potere e l'opportunità di creare un modello di pace mondiale è nelle loro mani.
Anche nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi è saggio.
Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi.
La saggezza inizia dalla fine.