Il male è già mezzo guarito quando se n'è scoperta la causa.
Quando si è nell'agitazione è necessario non fare né dire alcuna cosa, se non rimanere fermi e risoluti nella decisione di non seguire le nostre passioni, qualsiasi motivo avessimo per farlo.
Dobbiamo avere pazienza con noi stessi: e che la nostra parte superiore sopporti il disordine della nostra parte inferiore.
Ci sono anime che si disperdono tanto a pensare che cosa fare, da non avere più il tempo di fare niente; e in ciò che riguarda la perfezione, che consiste nell'unione della nostra anima con la divina bontà, la questione è di sapere poco e fare molto.
Il contadino non sarà mai messo sotto accusa se non ottiene un buon raccolto, ma lo sarà certamente se non ha ben coltivato e ben seminato i campi.
La devozione non distrugge nulla quando è sincera con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
Nella malattia il dolore fine a se stesso non va mai accettato e va contrastato con qualsiasi mezzo. La malattia deve aumentare e non diminuire il rispetto per la libertà, l'autodeterminazione e la personalità dell'individuo.
Una malattia non conta nulla, quando non si hanno ragioni per desiderare di guarirne.
Amavo molto i malati ed avrei valicato monti e valli, se mi avessero lasciato fare, per visitare un malato, non per curarlo, ma per amarlo.
Essere molto malati ed essere morti sono condizioni molto simili agli occhi della società.
Sempre più mi divenne evidente che per le persone colpite Dio destina i giorni di malattia a diventare giorni di raccoglimento interiore.
Non fuggire i malati di malattie ripugnanti perché anche tu sei rivestito di carne.
Malattia. Sovvenzione offerta dalla natura alle scuole di medicina. Ricca provvigione per il mantenimento degli impresari di pompe funebri. Sistema di rifornire i vermi delle tombe di carne non troppo secca e dura per scavarvi tunnel e riempirli.
Una malattia ne vale un'altra: i nomi fanno più paura della malattia. E le cure qualche volta sono peggio dei mali.
A dire il vero, non è la morte, è la malattia quello che temo, l'immensa umiliazione legata al fatto di languire nei paraggi della morte.