Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.— Francesco Orestano
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Rimuginare su una vita troncata... è già una forma di suicidio... come tante altre.
Chiunque sia capace di pensare deve pensare alla prossima guerra come fosse il proprio suicidio.
Chi tranquillamente rinuncia al bene della vita, che odia l'esistenza quaggiù, talché vi preferisce un'infelice eternità, deve essere niente mosso dalla meno efficace e piú lontana considerazione dei figli o dei parenti.
Se il corpo non assolve più le sue funzioni, non è meglio liberare l'anima dalle sue sofferenze? E forse bisogna agire un po' prima del dovuto perché, arrivato il momento, non ci si trovi nell'impossibilità di farlo; il pericolo di vivere male è maggiore del pericolo di morire presto.
Il suicidio è l'ultimo atto col quale un uomo possa dimostrare che ha dominato la propria vita.
Morire è essere totalmente altri. Per questo il suicidio è vigliaccheria; è offrirci completamente alla vita.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
È un suicidio vivere all'estero. Ma come sarebbe essere a casa? Un persistente disfacimento.
Si chiama suicidio ogni caso di morte che risulti direttamente o indirettamente da un atto positivo o negativo compiuto dalla stessa vittima pienamente consapevole di produrre questo risultato. Il tentativo di suicidio è l'atto così definito ma arrestato prima che ne risulti la morte.
Chissà se non c'è una differenza fra togliersi la vita e darsi una morte?