Gli uomini non sono eguali: così parla la giustizia.
Ci si deve pur amare quando non ci si può sfuggire.
Chi conosce in profondità si sforza d'essere chiaro; chi vorrebbe sembrare profondo alla moltitudine si sforza d'essere oscuro.
Il nostro destino esercita la sua influenza su di noi anche quando non ne abbiamo appresa la natura: il nostro futuro detta le leggi del nostro oggi.
Le donne fini credono che una cosa non esista affatto, quando non è possibile parlarne in società.
Nel vero amore è l'anima che abbraccia il corpo.
Eguaglianza. In campo politico è quella condizione immaginaria in cui vengono contati i crani invece dei cervelli, il merito è determinato dalla sorte e i castighi dalle promozioni.
Nasciamo diversi, moriamo uguali.
Siamo tutti eguali dinanzi al dentista, ma non tutti i dentisti sono uguali tra loro.
L'uguaglianza che noi esigiamo è il grado più sopportabile della disuguaglianza.
Quella secondo la quale tutti gli uomini sono eguali è un'affermazione alla quale, in tempi ordinari, nessun essere umano sano di mente ha mai dato il suo assenso.
L'uguaglianza può regnare solo livellando le libertà, per loro natura disegueli.
Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro.
Il principio fondamentale di eguaglianza non prescrive eguale o identico trattamento; prescrive eguale considerazione. Un'eguale considerazione di esseri differenti può portare ad un trattamento differente e a differenti diritti.
Le cose non accadono sempre per imitazione generata dal desiderio di essere tutti uguali? È su questo che si basano i processi sociali, lo sviluppo individuale.