Il migliore scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato.
Parla il deluso. Cercavo uomini grandi e trovai soltanto le scimmie del loro ideale.
Un moralista è il contrario di un predicatore di morale; è un pensatore che vede la morale come sospetta, dubbiosa, insomma come un problema. Mi spiace di dover aggiungere che il moralista, per questa stessa ragione, è lui stesso una persona sospetta.
Chi pensa molto, chi pensa cioè oggettivamente, dimentica facilmente le proprie vicende, ma non dimentica i pensieri che da quelle sono suscitati.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
La felicità dell'uomo dice: io voglio. La felicità della donna dice: egli vuole.
Se lo scrittore non racconta la realtà viene accusato di guardare solo il suo ombelico, se la racconta gli dicono che denigra.
Abba Eban, ministro degli Esteri d'Israele, è convinto che per uno scrittore la maggior fonte d'ispirazione è di sapere che, se non scrive, deve restituire l'anticipo che ha ricevuto per i diritti d'autore.
La carriera di un scrittore è comparabile a quella di una donna di facili costumi. Dapprima scrive per piacere, poi per far piacere ad altri e in fine per soldi.
L'autore ragionevole non scrive per nessun'altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere anche allora provar diletto di sé.
Se non esistesse l'adulterio, che fine farebbe l'immaginazione degli scrittori?
Un buon scrittore non precisa mai.
La professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli un'attività solida, stabile.
Se uno scrittore è prolifico, date un'occhiata a sua moglie. È quasi sempre brutta. E che volete che faccia il poveretto? Scrive!
Il dovere dello scrittore è contemplare l'esistenza, non dissolversi in essa.
Si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri.