Le morali non sono nient'altro che un "linguaggio mimico delle passioni".
Per vivere soli si deve essere una bestia o un dio dice Aristotele. Manca il terzo caso: si deve essere l'una e l'altra cosa filosofo.
Infine si ama il proprio desiderio, e non quel che si è desiderato.
L'amore verso un solo essere è una barbarie: esso infatti si esercita a detrimento di tutti gli altri. Anche l'amore verso Dio.
Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe.
Per taluni rallegrarsi di una lode è soltanto una gentilezza del cuore e precisamente l'opposto di una vanità dello spirito.
Abbiamo in effetti due tipi di morale fianco a fianco: una che predichiamo, ma non pratichiamo, e un'altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo.
La chiarezza morale permette di vivere a fondo la vita, di guardarla in faccia.
In tutto c'è una morale, basta trovarla.
La moralità è l'istinto del gregge nel singolo.
Non si può dire che un'atmosfera di alta moralità sia molto propizia alla salute, o alla felicità.
Di problemi e di dubbi morali non dovrebbe discorrere se non chi abbia tanta finezza d'intuito e di giudizio, quanta finezza d'orecchio deve avere un buon musicista.
Agli occhi di molti, la morale consiste solamente nelle precauzioni che si prendono per trasgredirla.
Esiste una causa morale del mondo, per proporci uno scopo finale, conformemente alla legge morale; e per quanto questo scopo è necessario, altrettanto necessario ammettere quella causa: cioè che vi è un Dio.
La moralità basata sulle idee o su un ideale è un male non mitigato.
La moralità è ciò che, pur senza essere osceno, offende grossolanamente il mio senso del pudore.