Quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male.
— Friedrich Nietzsche
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La nostra interpretazione
Quando un’azione nasce davvero dall’amore, sembra collocarsi in una zona dove le categorie morali tradizionali non bastano più. Non si tratta semplicemente di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma di rispondere a una forza interiore che spinge a superare calcoli, convenienze e giudizi esterni. L’amore autentico può portare a gesti estremi, incomprensibili per chi li osserva dall’esterno, proprio perché segue una logica diversa da quella dell’etica comune o del buon senso quotidiano.
Questo non significa che ogni cosa compiuta in nome dell’amore sia automaticamente giusta, ma che l’esperienza amorosa, nella sua intensità, sfida gli schemi con cui normalmente valutiamo il comportamento umano. Quando si ama, il desiderio di donarsi, di proteggere, di unirsi all’altro può portare a superare paura, egoismo, persino la cura della propria reputazione o sicurezza. L’azione guidata dall’amore diventa allora un atto radicale: non si lascia ridurre a mero dovere morale, né può essere compresa soltanto attraverso i concetti di merito o colpa. È un movimento dell’esistenza che mette a nudo quanto siano limitati i nostri criteri abituali di giudizio, rivelando una dimensione in cui il sentimento pesa più delle regole e la verità di un gesto si misura nella sua intensità e sincerità, più che nella sua conformità a una norma esterna.
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